Come per il sangue quindi, anche per gli oli combusti occorre fare analisi, per sapere tutto di un mezzo meccanico, trattore o monoposto che sia. “La silice è anche polvere" - ci spiega Aldo, oggi Presidente & CEO di Pakelo – "bisogna saperla riconoscere e se la si trova nell'olio lubrificante vuol dire che l’impianto di filtrazione non funziona bene. È come avere i trigliceridi alti. Ma puoi trovare particelle di rame, di ferro, di piombo e allora il problema sarà un altro. Solo dall'analisi di un olio lubrificante si può capire quale sia il prodotto migliore da usare per risolvere il problema”. Aldo Polacco, come suo fratello Rino e suo cugino Alberto (con cui scambia la carica ogni tre anni), ha iniziato la sua carriera quando era adolescente nello stabilimento di produzione per capire il lavoro di produzione lubrificanti. Una filosofia che ancora oggi premia solo chi della famiglia si merita di rimanere in azienda: “La quarta generazione si sta preparando, ma verrà inserita, come una buona marcia, solo quando e se sarà pronta. Soprattutto è una questione di responsabilità verso i dipendenti che lavorano qui, che per noi sono parte della famiglia, allargata.” Esteta per natura, globetrotter per propensione, Aldo Polacco segue la gestione strategica dell’Ufficio Estero e le relazioni commerciali con i clienti italiani più importanti o legati al Motorsport. L’espansione, nelle sue mani e in quelle degli altri dirigenti, non poteva andar meglio: in soli vent’anni, l’azienda è passata da un mercato locale, a uno europeo e poi globale. “Sono proprio i dipendenti stessi dei nostri clienti, che spostandosi portano con sé i loro migliori fornitori, e di noi parlano bene.” Cosa che ha portato Pakelo a lavorare con alcuni dei più noti marchi dell'automotive. Come si è arrivati poi al mondo Racing è presto detto: “Di marchi olio motore ce n'erano sono molti anche negli anni Ottanta. Ma non c’era nessuno, tantomeno le grandi compagnie petrolifere, interessato a creare nuovi oli lubrificanti tailor-made così velocemente, per volumi così bassi. Noi sì, e questa è stata una delle nostre carte vincenti”. Ma ci vuole coraggio a lanciarsi in un contesto sfidante come quello delle corse. “Tutto ha avuto inizio di fronte a un bivio: avevamo offerto dell’olio a un noto marchio del Motorsport, perché lo testassero. Erano contenti, il nostro olio del cambio dava parecchi cavalli in più alla macchina…ma ci hanno chiesto di dare un campione al loro fornitore del tempo per poterlo analizzare. Dalla loro posizione potevano farlo. Ma vuoi per orgoglio, vuoi per strategia commerciale, abbiamo avuto il coraggio di non acconsentire a quella richiesta e di custodire il nostro know-how a costo di perdere l’occasione di fornirli. E siamo stati premiati. Il cliente ha poi acquistato il prodotto da noi. Ora questo marchio è con noi da anni, e siamo fieri di aver creduto nelle nostre possibilità”. Il resto è storia.