Nascere con una passione e farne la propria vita personale e lavorativa è il sogno che rincorrono tutti fin da piccoli. Da chi sogna di diventare calciatore a chi astronauta, per arrivare a questi livelli è necessario lavorare sul gioco di incastri tra sacrificio e determinazione. Stefano Alessi da bambino sognava solo una cosa: lavorare nel mondo dei motori e delle corse. Impegno, passione e talento lo hanno portato ad essere ingegnere di pista della scuderia Trident e collezionare successi e vittorie incredibili. Lo abbiamo intervistato per sentire la sua storia e farci svelare qualche segreto. Stefano ci ha preso per mano e ci ha accompagnato nel suo percorso ricco di successi e motivato dalla spinta più forte di tutte: la passione per i motori.
Ma andiamo con ordine, per prima cosa abbiamo chiesto a Stefano da dove è partito e come è arrivato a vincere così tanto.
Inizio a muovere i primi passi letteralmente in un’officina meccanica, mio padre infatti mi portava nella sua attività a passare i pomeriggi dopo scuola, qui mi sono lasciato trasportare dai racconti sulla meccanica. Così, tra oli e lubrificanti, sono diventato ingegnere meccanico.
Questo però non mi bastava perché sapevo che sarei entrato nel mondo delle corse fin da giovanissimo. Mi sono lasciato trascinare dalla passione di mio padre. Lui, infatti, correva nei rally e io fin da bambino non volevo perdermi una gara. Penso di avere qualcosa nel sangue, un DNA composto da passione per le corse e per le componenti meccaniche di un motore. Poi, da cosa nasce cosa e ora sono ingegnere di pista della scuderia di Trident, un team di corse che gestisce monoposto per campionati di formula 2, formula 3 e FRECA (Formula Regional European Championship).