Gare di regolarità: conta più la precisione o la velocità?

Pubblicato il: 30 Giugno 2022

Come ci si allena per una gara di regolarità: dallo studio del percorso alla preparazione del veicolo

Sfide all’ultimo centesimo di secondo, veicoli storici di una bellezza disarmante, il fascino puro dell’odore di pelle dei sedili misto al rombo dei motori. Sono queste le competizioni riservate alle automobili storiche, laddove il rispetto del tempo previsto per compiere un tratto da una tappa a un’altra è fondamentale. Ai partecipanti viene dato un percorso da seguire, al cui interno si prevedono dei controlli a timbro e prove di regolarità. L’obiettivo è andare dal punto A al punto B, dal punto C al punto D e così via in un determinato tempo calcolato al decimo di secondo. La distanza tra i punti è di una decina di metri e il cronometro parte quando le auto passano sopra ai pressostati.
È bene considerare che nei controlli a timbro la tolleranza è al secondo, mentre nelle prove di regolarità, la tolleranza è al centesimo di secondo!

Per poter arrivare ai controlli a timbro e alle relative prove di regolarità, come già detto, viene assegnato un percorso da seguire tracciato su un “Radar” o “Roadbook” dove tramite indicazioni chilometriche, pittogrammi, disegni e simboli il pilota, con l’aiuto fondamentale del navigatore, può intercettare le prove senza il rischio di perdersi.
I veicoli che partecipano sono quelli che hanno mantenuto la loro configurazione originale. Le auto, per poter circolare su suolo stradale, devono essere regolarmente targate, sottoposte a revisione annuale e assicurate. L’equipaggio è composto generalmente da due persone e il feeling fra queste due è fondamentale. Il copilota è la figura con cui il pilota arriva ad instaurare un rapporto di fiducia totale ed è proprio il raggiungimento di questo livello di collaborazione che rende avvincente il percorso. Il meticoloso lavoro del navigatore inizia alla consegna del Radar, quando estrapola tutte le informazioni utili sul percorso, sulle tempistiche, sui possibili ostacoli e su altri dettagli essenziali per il conducente.

La particolarità di queste competizioni sta proprio nel fattore tempo, considerando che il percorso va eseguito rigorosamente alla massima velocità di 40 km/h (così come da regolamento ASI), la difficoltà sta nel catturare l’esatto momento in cui la ruota anteriore dell’auto attraversa il pressostato, che non è altro che una linea di demarcazione del punto di fine prova. Viene indicato un livello di velocità con cui attraversare la linea e si calcolano le penalità per coloro che non dovessero riuscire a schiacciare il pulsante del cronometro nel secondo esatto in cui la si attraversa.

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La preparazione della vettura storica:

Da dove si inizia la preparazione del veicolo per la gara?
È preferibile partire dagli impianti più sollecitati: impianto frenante, trasmissioni, pneumatici e frizione.
I meccanici dei partecipanti spesso seguono i loro clienti in gara, portando con sé il necessario per poter sopperire ad un danno eventuale: una nuova batteria, una cinghia, una dinamo, i raggi delle ruote (che possono allentarsi), guarnizioni della testa, spinterogeno, parti elettriche e soprattutto, l’olio motore! Al seguito hanno infatti sempre una scorta d’olio considerevole. Esistono linee di oli e lubrificanti specifici per autovetture storiche, in grado di garantire eccezionali prestazioni, rispettando l’autenticità motoristica del passato. 

Al termine della competizione una commissione controlla i risultati ottenuti dai vari concorrenti. Da questa verifica verrà nominato un vincitore della gara, a cui verrà consegnato il meritato premio. Successivamente viene fatto un controllo dello stato dell’automobile, pari a quello che viene proposto prima della partecipazione all’evento competitivo. L’unica accortezza che richiedono questi veicoli a motore è una revisione annuale attenta, affinché mantengano lo stato ideale il più a lungo possibile.

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La Leggenda di Bassano | Trofeo Giannino Marzotto 2022

A proposito di gare di regolarità, immaginate le fresche Dolomiti e un weekend di fine giugno, immaginate di sentire il rombo di splendide vetture storiche che si rincorrono in un giro di tornanti di montagna per sfidarsi all’ultimo centesimo di secondo… vi troverete davanti l’ambientazione esatta, i rumori e i profumi della ventisettesima edizione di “La Leggenda di Bassano - Trofeo Giannino Marzotto”.

La manifestazione si è tenuta nel weekend tra il 24 e il 26 Giugno, i concorrenti sono partiti da Bassano del Grappa per abbracciare le bianche vette in un’avventura a tappe di quasi 500 km. L’organizzazione è stata curata in maniera impeccabile dal CVAE (Circolo Veneto Automoto d'Epoca), che si è prodigato nel fornire i migliori servizi agli equipaggi provenienti da tutto il mondo. Se pensate che questa sia solo una bella passeggiata a bordo di un gioiellino della meccanica vi sbagliate di grosso, qui parliamo di una sfida all’ultimo centesimo!

La Leggenda di Bassano, infatti, è una gara di regolarità classica dove le auto che gareggiano, barchette fino agli anni ’60, sono veicoli dal valore storico e culturale. Si contendono il titolo ben 80 automobili d’epoca e al seguito 10 autovetture VIP, anch’esse rigorosamente d’epoca. Ognuna di queste ha una storia alle spalle, ma soprattutto ha al comando piloti appassionati di ogni nazione.

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La competizione ha avuto inizio con le verifiche sportive e tecniche, che, anche quest’anno, si sono svolte a Villa Ca’ Cornaro (Romano D’ezzelino – Vicenza) nella giornata del 23 giugno. Il giorno successivo, il 24, si è entrati nel vivo della manifestazione con la consegna della tabella di marcia o radar. 135 sono i km che dividono Bassano Del Grappa da San Martino di Castrozza, l’apripista della gara è stato Miky Biason, due volte campione del mondo di rally, su una Dallara: sponsor della Leggenda. A spiccare fra le auto d’epoca presenti, una folta schiera di OSCA, accorse per celebrare il settantacinquesimo anniversario del brand. Il primo equipaggio è partito alle ore 12:45 con una FIAT Itala 51S del 1921, 300 cavalli, una carrozza a motore dal volto unico. A seguire il resto degli equipaggi in un tragitto a curve, in marcia fra le montagne. 

Sabato è stata la giornata più impegnativa, gli equipaggi sono stati impegnati in ben 230 km di tappe e sfide a tempo, per poi far rientro a San Martino di Castrozza in serata. Una cena stellata attendeva gli impavidi motoristi all’Hotel Savoia, dove fra balli e risate hanno atteso l’indomani mattina. Un riposo più che meritato in vista del gran finale e del bagno di folla a Bassano del Grappa, dove è stato premiato il fortunato vincitore al rientro dalla gara. Il premio è stato vinto dell’equipaggio Rossi-Antonelli su una Singer Nine Sport, seguito da Mazzola-De Angelis su una Fiat Stanguellini Ala D’Oro e da Piantelli-Montaldi su una Bentley Speed Model.

Cresciamo ogni anno e la partecipazione da 20 Paesi differenti conferma che siamo sulla strada giusta per rendere questo evento sempre più internazionale

afferma Stefano Chiminelli, presidente CVAE e organizzatore della Leggenda di Bassano.
Non resta che attendere il prossimo appuntamento con queste meravigliose vetture d’epoca.

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