Logo Pakelo: linee curve che ricordano la fluidità dell'olio lubrificante e il colore rosso, che da sempre è sinonimo di passione.
Quando parliamo di immagine aziendale, ci riferiamo anche al design che viene raccolto nel logo stesso dell'azienda. Il processo di creazione di questo logo, parte da un'analisi e dal successivo sviluppo dei valori che la compongono. In questa fase entra in gioco la scelta di un logotipo, che rappresenti sia il naming che il prodotto e pittogramma che ne completi la rappresentazione che diventa senza dubbio l'immagine totale che il mercato percepisce dell’azienda stessa. Come per quasi tutti, prima o poi, arriva il momento del restyling del logo stesso!
Anche per Pakelo è andata così, si tratta di un’operazione comprensibilmente molto delicata, soprattutto quando si va a stravolgere radicalmente uno stile grafico. Il marchio originale Pakelo risale al 1968, grazie al disegno dell’Arch. Solero con uno stile che andava molto in voga in quel periodo. Il tipo di carattere aveva un font e un lettering molto squadrato con la lettera “e” collegata alla “l” e con una grande “K” al centro, con un gioco di ombra a contrasto che replicava la scritta stessa. I colori scelti per le scritte erano il bianco e il nero, mentre per la base venne utilizzato il colore rosso, che è divenuto nel tempo il colore distintivo dell’azienda. A completamento del logo, sotto la dicitura “pakelo” si leggeva la scritta MOTOR OIL in caratteri maiuscoli.
Il logo venne utilizzato in tutti gli imballi per molti decenni, fino a quando fu necessario pensare ad un restyling. Il design, infatti, rispecchiava molto i canoni degli anni ’70, con linee tese e spigolature, in contrapposizione a rotondità. Con questo stile la leggibilità non era delle migliori, Pakelo veniva spesso confuso con “pakedo”. Inoltre, l’indicazione “Motor Oil” era limitante sulla reale attività dell’azienda. Portava a pensare che producessimo solo olio motore. "Ci fu quindi l’esigenza di modificare qualcosa. All’epoca non avevamo dimensioni tali da permetterci un’agenzia grafica e, come tante aziende venete del periodo, ci si arrangiava come si poteva. Ricordo ancora come fosse ieri, ero in vacanza in montagna e mi sono messo a buttar giù dei bozzetti senza un’idea precisa."
Il mio primo desiderio era rendere più leggibile la scritta Pakelo senza dare adito a errori di lettura, oltre che cercare di rendere più facilmente replicabile la scritta nelle stampe o ricami
Racconta Rino Polacco, Marketing Director in Pakelo.
"Sono partito da un font chiamato Impact, un carattere ben marcato, in modo che desse il giusto senso di forza e potenza al logo; ho poi cercato di utilizzare gli stessi colori: la base rossa, la scritta pakelo bianca con i bordi neri, senza però l’effetto ombra, per mantenere una maggiore pulizia del logo. Infine la scritta Motor Oil è stata sostituita con Lubricants, in modo da abbracciare un senso molto più ampio della nostra produzione, non solo limitato all’olio motore. Il risultato finale mi soddisfaceva. La leggibilità era nettamente migliorata, anche se il logo veniva stravolto.
Mio padre Giuseppe e mio zio Elio non erano molto propensi al cambiamento, sia per una questione di tradizione, ma anche per il rischio che il cliente non identificasse più l’azienda con il nuovo logo. Alla fine l’ultimo bozzetto rimase nel cassetto per qualche anno!
Fu solo in seguito che venne l’esigenza di utilizzare un nuovo logo Pakelo. Per soddisfare le esigenze del nuovo campionato monomarca MaseratiTrofeo in qualità di sponsor tecnici, serviva un logo aziendale modificato in chiave Racing."
Quale migliore occasione se non questa! Così, quando a dicembre del 2002 venne presentata la nuova vettura da corsa per il campionato monomarca Maserati Trofeo al MotorShow di Bologna, ci fu il debutto ufficiale del logo Pakelo con la nuova grafica. In seguito, i positivi riscontri ricevuti dai visitatori, ci avevano fatto capire che quella era la strada giusta da seguire. Dopo poco, il passaggio al nuovo restyling fu automatico, il logo venne sostituito gradualmente in tutti gli imballi e in tutte le documentazioni ufficiali dell’azienda. Il resto è storia più recente sotto gli occhi di tutti.
Concludiamo con una domanda curiosa: da dove nasce il nome “Pakelo”?
La leggenda narra che la figlia Chiara di Giuseppe Polacco, da piccola non riuscisse a pronunciare correttamente il cognome “Polacco” arrivando così a storpiarlo in “Pàchelo”. Venne quindi adottato come nuovo termine poi riadattato in Pakelo. La “K” era per dare una migliore pronuncia internazionale. Verità o finzione? Resta in parte un mistero, ma ci piace pensare che comunque la famiglia sia alla base di tutto, anche dei “segreti” dell’azienda.
Da sinistra a destra: i titolari Aldo, Rino e Alberto Polacco. (2005 - Sede Maserati SpA, Modena)