Le tematiche di riduzione impatto ambientale sono sempre più attuali e anche gli enti regolatori si stanno adeguando a tali esigenze. In questo contesto si inseriscono recenti normative mirate alla riduzione dell’impatto ambientale come, ad esempio, l’introduzione dei requisiti CAM (Criteri Ambientali Minimi) negli appalti pubblici che indicano le linee guida per la preferenza di prodotti biodegradabili e/o a ridotte emissioni CO2 su LCA (ciclo di vita) del prodotto.
Un altro aspetto è quello dell’inquinamento dell’ambiente, collegato a dispersioni di prodotti lubrificanti. Alcune applicazioni, per la loro specifica caratteristica, comportano che una piccola parte del lubrificante venga espulso nell’ambiente esterno. Un classico esempio è quello del lubrificante della catena delle motoseghe che inevitabilmente viene centrifugato all’esterno: Pakelo ha in gamma uno specifico prodotto biodegradabile per ridurre il più possibile l’effetto di questa perdita.
Anche nell’ambito delle macchine movimento terra esistono particolari applicazioni a forte impatto ambientale. Un esempio è quello dei martelloni demolitori utilizzati nel settore edilizia ma anche per l’estrazione in cava (es. marmo) in quanto la lubrificazione dell’utensile determina inevitabilmente una fuoriuscita di olio/grasso.
Proprio per il settore delle cave di estrazione sono stati recentemente regolamentati i limiti massimi di inquinanti ammessi durante le fasi di lavorazione (DPR 120/2017 Tabella 4.1). Oltre ad altri contaminanti, un parametro monitorato è il contenuto di idrocarburi. Questi ultimi sono i componenti principali dei lubrificanti convenzionali. Oltretutto questa applicazione richiede spesso grassi ad elevatissimo contenuto di rame, anch’esso sotto monitoraggio e con limite di legge molto ristretto.
Le segherie di marmo e granito hanno sviluppato un’attenzione già da anni ad utilizzare grassi bio per restrizioni sul ritiro dei fanghi di scarto. Quando la contaminazione è fuori norma, il costo dello smaltimento è maggiore e oltre un certo valore non vengono ritirati, con l’effettivo rischio di non poter più lavorare e di conseguenza di dover fermare il sito produttivo.