Mr Martini, una vita per le Moto Special

Pubblicato il: 10 Marzo 2019

Cosa sta dietro l'idea di una Cafe' Racer?

Dammi una Special e ti porto dappertutto

Entriamo allo Special Mr Martini Verona il locale gestito dal customizzatore moto Nicola Martini e dal figlio Matteo. Lo Special è un American bar che fonde la cultura “on the road” di una vecchia Gas Station, con la buona cucina. Lo stile del locale è scandito dalle cafe racer di Mr Martini, che creano uno spazio rilassato per i biker veri e pure quelli della domenica, giusto per essere inclusivi. Un luogo che sa di creatività, energia, buongusto e…un po’ di follia. Nicola Martini è noto al mondo con la firma Mr Martini, un marchio di qualità nella customizzazione moto. Lui sa come rendere “speciale”, per originalità e bellezza, un mezzo meccanico che esce già perfetto da una casa di produzione. Ma la moto non è stato il suo primo amore: da giovane amava cucinare e frequentava proprio la scuola alberghiera, alternando lo studio al lavoro presso il distributore di benzina di suo padre. Un’attività che gli permetteva di dedicarsi alla sua seconda passione, la meccanica. Mettere le mani in pasta, o negli ingranaggi, giocare con le mani, è sempre stato un suo talento. Ed è proprio al distributore di suo padre che si è verificato l’evento determinante per la sua vita: l’amore a prima vista per una Harley Davidson, che lo portò a diventare qualche anno più tardi concessionario di un certo tipo di moto che in Italia, nel 1989, erano ancora rarissime, le Royal Enfield. Da lì, la strada è stata lunga…ma molto emozionante e ricca di successi. Fino a incarnare, a tutti gli effetti, il “customizzatore” di moto per eccellenza, autore di kit che piacciono a marchi come Triumph, Kawasaki e Ducati. Ora, suo padre Mario lo aiuta in officina, suo figlio gestisce il ristorante, e queste tre generazioni di uomini sembrano parlare da sempre un linguaggio comune: quello della strada, come dice Nicola, cioè quello più vicino ai gusti delle persone. Oggi, lo Special Mr Martini è anche un luogo di aggregazione, dove Nicola funge da catalizzatore non solo per gli appassionati delle due ruote, ma anche per aziende e persone che condividono con lui valori, gusti, attitudini, tra queste anche noi di Pakelo Lubricants. 

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Mr Martini, nel vedere queste cafe racer meravigliose, vien voglia di diventare subito motociclisti…anche per un profano. Fatti chiedere da subito, qual è la customizzazione moto più bella che tu abbia mai fatto?

Difficile sceglierne una… molte moto le ho tenute per me, facevo fatica a separarmene. Ma sicuramente la più bella è quella che sto costruendo nel momento presente, perché corrisponde al mio modo di sentire attuale…è sempre così.

Nel tuo lavoro c’è una parte creativa e una razionale, attenta alla funzionalità. Come fai a mettere insieme questi due aspetti?

Io ho una filosofia: noi abbiamo due gambe per camminare, una gamba razionale e una creativa, tutte e due ti sostengono e ti portano avanti. Se ne usi una sola diventi noioso, se usi solo l’altra rischi di farti male… Di base c’è un concetto di concretezza aziendale. Poi c’è un concetto di stile, eleganza, bellezza, che non deve mancare. 

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Come si diventa un buon artigiano e un creativo insieme?

Non deve mancare la testa dura…La volontà di voler realizzare qualcosa di più. In questa strada trovi migliaia di ostacoli, se non sei proprio convinto di volercela fare, non ce la fai. Ci vogliono tempo e costanza per sostenere l’avviamento. Senza mollare. Sicuramente costruire il proprio stile non è così facile, perché magari ti scontri con il mercato che è più indietro rispetto a te… e che tu puoi trovare poco avvincente. 

Come sei arrivato ad avere il coraggio di sfidare il mercato?

Con la crisi è cambiato molto anche il mercato delle moto. Le aziende negli anni d’oro non tenevano conto delle richieste di customizzazione dei clienti. Poi, si sono accorte che dovevano cambiare atteggiamento. Essendo io uomo di strada, sono riuscito a trasferire alle aziende quello che la gente chiedeva… in termini di interpretazione estetica. Ce lo abbiamo noi, uomini della strada, il polso della tendenza. Io ho avuto la fortuna di esser poi stato preso in considerazione da qualche marchio, che ha creduto nella mia capacità di realizzare cose un po’ più stilose. 

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Oltre ad essere un trend setter sei diventato anche una sorta di aggregatore, di animi, di gusti, di aziende e di valori, non solo con le moto Special, ma anche grazie al locale che hai aperto a Verona…

Creare un locale significa aggregare, e questo è stato il cambiamento più importante che ho fatto, nella mia attività imprenditoriale. Perché per la mia attività vera e propria, io sono a tutti gli effetti un artigiano, più che un imprenditore…Col locale volevo far sì che si potessero aggregare le persone, ma anche le aziende che credono nei miei valori. La cosa bella è proprio la possibilità di creare una sinergia tra le varie aziende, e le persone.

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Tra le aziende che credono in te ci siamo anche noi di Pakelo, che trattiamo un prodotto, l’olio lubrificante, molto vicino alla tua attività. Cosa significa per te essere un PakeloHero?

Mi ritrovo con Pakelo su diversi valori e condividere lo stesso territorio ci permette una relazione più stretta. Poi la perseveranza, l’intraprendenza. Mi avete conquistato perchè avete avuto quel pizzico di follia nel credere in me quando il progetto era ancora solo sulla carta (per davvero), e io ammiro le aziende che credono nelle persone e in certi progetti, che capiscono al volo…

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A proposito di valori, quali sono i tuoi valori più grandi?

I valori di base della persona…sono l’onestà, il fare sacrifici, la capacità di rischiare, la perseveranza. Altri sono valori di stile: mi ritengo una persona di buongusto… Ho una mia visione dell’oggetto, della moto, trasformare fa parte della mia indole. Se una cosa non mi piace, cerco di cambiarla. Se so che potrebbe diventare più bella di quella che è…Lo voglio fare. Sono un grande sognatore, ma anche un lavoratore concreto, anche questo è un valore importante.

Buongusto fa rima con bellezza…qual è la tua idea di bellezza nelle cafe racer?

La bellezza è sempre molto soggettiva. La vera bellezza la vedi nel tempo. Se tu dopo vent’anni guardi una moto che hai realizzato, e non cambieresti ancora nulla, vuol dire che hai centrato l’obiettivo. Lavorare sul dettaglio rischia di non farti essere coerente nello stile, invece è importante concepire l’oggetto in una visione di insieme. Cerco di esprimere forme nuove, con stili non dico azzardati, perchè è importante che le mie moto funzionino, ma sicuramente che portino in quel mondo del “mai visto”.

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Cosa caratterizza il tuo stile?

Un insieme di fattori, dall’abbinamento cromatico, al cogliere dal passato per interpretarlo in chiave futuristica…

La tua officina sembra una clinica chirurgica: la concentrazione che tu e "il mitico" Claudio (il suo collaboratore da più di 10 anni, ndr) mettete nel montare il gruppo termico, lubrificare la distribuzione, sa proprio di un impegno “speciale”. Quali parti della moto cambi più frequentemente?

Dipende da progetto a progetto, con la mia squadra siamo fortunati, non facciamo mai due volte la stessa cosa. Posso guardare un foglio bianco e pensare che qualcosa di nuovo nascerà. Ma abbiamo molti vincoli, c’è una chiave di omologazione che deve essere rispettata. Il difficile sta nello stravolgere, senza stravolgere. Sono capaci tutti di segare, allungare, ma noi dobbiamo farlo nel rispetto di certi vincoli perché le moto ci piace guidarle su strada senza pensieri. Prendi ad esempio la Kawasaki: i vincoli erano così tanti che era difficile poter dare una chiave di lettura diversa e forte. Ma la stessa verniciatura, una cosa semplice, ha portato la moto a cambiare totalmente, rispettando i parametri omologativi di base, le sospensioni, le ruote… Ecco, questa è la grande chiave di successo: stravolgere esteticamente senza stravolgere la funzionalità.

Mr Martini, cosa vuoi lasciare a chi leggerà l’intervista?

Pensate con la vostra testa. Non abbiate paura di farlo. E giocate, come quando eravate bambini. La manualità è il gioco dei grandi… Il poter esprimersi attraverso la materia. Siamo qui, per non smettere mai di giocare.

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